L'alba di Aloha

Guardo questa immagine e ripenso al mio primo poster di Elvis. Me lo regalò mia madre nell'autunno del 1977 e ricordo che la ringraziai non so quante volte. Le dico grazie anche oggi. Amava profondamente Elvis e cercò sempre di assecondare la mia nascente passione, anche quando di soldi in casa ne giravano pochissimi. Io non chiedevo mai, non le avrei chiesto nulla neanche sotto tortura. Aspettavo che lei mi facesse capire che si, quel giorno avrei avuto qualcosa da aggiungere alla mia piccola collezione. Il poster lo trovammo in un grande negozio di dischi e l'indomani lo portammo a incorniciare. Restò appeso in salone diversi anni e quando parenti e amici venivano a trovarci subivano invariabilmente il fascino di quell'uomo dall'aspetto regale. Osservavo attentamente le reazioni, la curiosità e lo stupore dipingersi sui loro volti ed ero incredibilmente fiero del mio idolo. Ero solo un bambino, di "Aloha From Hawaii" non ne sapevo nulla, ma in qualche modo intuivo che quello scatto fosse testimone di un evento speciale, diverso dagli altri che avevano visto protagonista il Re. Non saprei spiegare perché, ma continuai a pensarlo fino a quando non venni a sapere che il 14 gennaio del 1973, nella lontana Honolulu, Elvis Presley era diventato ufficialmente una leggenda vivente. Eppure, per me "Aloha From Hawaii" non sarebbe mai stato solo un concerto monumentale. Ostinatamente, continuai e continuo a considerarlo un pezzo della mia vita colorato dall'artista che amo. Non posso averlo indietro, ma sono felice di averlo vissuto grazie a Elvis.

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