Elvis e il Roustabout australiano

Suppongo di essere un collezionista atipico, perché in tanti anni di onorato servizio non ho mai dato la caccia a un disco. In genere aspetto senza alcuna fretta che un pezzo mi capiti a tiro e questo può voler dire lunghi tempi d'attesa. Una strategia tutt'altro che esemplare esemplificata alla perfezione dal "Roustabout" australiano (1988) presentato in questo articolo, che aggiunsi alla mia collezione a circa venti anni di distanza dalla sua emissione.

Quando cominciarono ad arrivare i primi cd di Elvis, mi sarebbe piaciuto veder riproposta nel nuovo formato tutta la discografia base del mio cantante preferito, senza eccezioni e prescindendo dal valore effettivo di alcuni suoi album. Questo, naturalmente, per amor di completezza. All'epoca, però, la BMG snobbava alla grande la maggior parte delle colonne sonore incise da Elvis. Tra il 1985 e il 1988, in Giappone, Germania e Stati Uniti furono realizzate le edizioni in compact disc di "Blue Hawaii", "G. I. Blues", "King Creole", e "Loving You", vale a dire le prime quattro soundtracks a 33 giri di Elvis, non a caso quelle che avevano venduto di più. Poi, dopo questo exploit, l'attenzione dei discografici si era concentrata su materiale più rappresentativo del talento dell'artista, relegando in un angolo la restante produzione holliwoodiana, forte di altri tredici album usciti nel corso degli anni '60. Una decisione forse comprensibile, quella dei discografici, considerando lo scarso appeal commerciale di questi dischi, ma dal mio punto di vista non meno deludente.

Lo stallo perdurò fino al 1993, quando si giunse a un compromesso dal nome poco fantasioso: "Double Features". La nuova serie si proponeva di recuperare tutta la musica dei vecchi film di Elvis accorpando due colonne sonore (in seguito anche di più) per cd. Nel primo lotto di quattro emissioni, "Roustabout" divise lo spazio a sua disposizione con "Viva Las Vegas", l'album mancato del 1964. In questo contesto, il "Roustabout" australiano fu una curiosa e per quanto mi riguarda graditissima anomalia. Ciò nonostante, l'ho scritto all'inizio del post, non mi diedi mai da fare per procurarmene una copia, mentre il suo valore collezionistico cominciava a lievitare. Alla fine del 2007 fu l'inafferrabile dischetto a trovare me: un conoscente me lo propose a ridosso delle festività, allettandomi con un "dai, fatti un bel regalo di Natale". Così feci, pagandolo un prezzo nettamente al di sopra della sua effettiva quotazione. Ne ero perfettamente consapevole, ma in quel momento pensai "chissà quando mi ricapita".

Paradossalmente, tre anni dopo la Sony lanciò sul mercato una manciata di colonne sonore dei sixties, ad un prezzo - circa sei euro - quasi simbolico. Tra queste c'era anche "Roustabout", che trovai facilmente in una grande libreria di Roma. Mentre aspettavo il mio turno in cassa, tenendo stretto tra le mani il cd, ripensai alla lontana Australia. Non c'ero mai stato, ma mi era ugualmente costata cara...


Roustabout

BMG BPCD 5084
Australia
 1988


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