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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

Un periodo difficile: La recensione del cd 'Return To Sender - The Summer of '76'

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La tendenza di Elvis  a isolarsi, la sua salute in costante declino, la stessa organizzazione dei tour, che prevedeva spettacoli tutti i giorni, resero gli ultimi anni dell'artista che amiamo molto faticosi. Per Elvis trovarsi a Chicago  o a Terre Haute , a Philadelphia  piuttosto che a Carbondale  non fece mai nessuna differenza, una città valeva l'altra. Durante i suoi continui viaggi attraverso gli Stati Uniti d'America  non  furono mai inseriti dei giorni di riposo tra una tappa e l'altra in modo da godersi le bellezze del luogo , oppure per cenare in un ristorante esclusivo, o ancora per limitarsi a fare shopping per le vie della città, né Elvis espresse mai questo tipo di esigenze, convinto che per lui non fosse possibile vivere una vita normale. In sostanza, non ci fu mai un break alla routine per fare cose semplicissime ma importanti, indispensabili, e questo finì con il riflettersi sulla sua professione. Che dire del concerto contenuto in R eturn To Sender

C'era una volta il cd 'For LP Fans Only'

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La mia prima edizione in cd di For Lp Fans Only  fu quella tedesca pubblicata nel 1989. Devo dire che non mi piacque molto, perché la track list  era conforme a quella della versione britannica del glorioso LP del 1959, che rispetto alla corrispettiva americana conteneva quattro brani in più: Money Honey , I'm Counting on You , Trying To Get To You  e Blue Suede Shoes . In effetti, il mio sogno era (e continua ad essere oggi) quello di veder riversati in cd tutti gli album americani di Elvis  pubblicati tra il 1956 e il 1977 nella loro forma originale, senza extra tracks , solo i dischi come furono concepiti all'epoca. Per dire, quando nel 2010 la Sony  lanciò sul mercato una manciata di soundtracks  degli anni '60 così come mamma RCA  le aveva fatte... Beh, io feci i salti di gioia. Dopo questa doverosa premessa, che vi rende noti i miei tortuosi percorsi mentali in ambito collezionistico, possiamo tornare a For LP Fans Only . Sapevo che il cd in questione era stato em

Due parole su "Wild in the Country"

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Tornato dalla Germania  nel 1960, Elvis Presley girò G.I. Blues , una commedia disimpegnata e ricca di canzoni orecchiabili , ma anche Flaming Star  e Wild in the Country , due film drammatici  che avrebbero potuto far prendere alla sua carriera di attore  una piega molto diversa da quella che tutti conosciamo. Sfortunatamente, le pellicole appena citate non riempirono le sale nel modo sperato, mentre il successivo Blue Hawaii  si rivelò un grande successo commerciale . Con tutti i suoi difetti, perché non stiamo certo parlando di un capolavoro, Wild in the Country  lasciò in ricordo una gradita atmosfera alla Payton Place , diverse scene convincenti e un pugno di canzoni fragili e introverse, quasi rigettate da una sceneggiatura che avrebbe potuto fare benissimo a meno di esse. Proprio questa precarietà, questa flebile speranza di essere accettate, le rende straordinariamente belle . Ricordo che accolsi con grande entusiasmo l'emissione del cd Wild in the Country  targato Foll

L'extended play "Little Sister": Due grandi singoli di Elvis sullo stesso disco

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Nel 1961 la Rca scelse di pubblicare due brani ritmati ed entrambi dotati di notevole potenziale commerciale  sullo stesso 45 giri . Si tratta di una mossa che ricorda molto da vicino quella operata nel 1956 con Don't Be Cruel  e Hound Dog , che erano finite sullo stesso singolo conquistando le prime due posizioni della classifica. (Marie's The Name) His Latest Flame  e Little Sister  non arrivarono tanto in alto ma ci andarono vicino, piazzandosi rispettivamente al quarto e quinto posto. In Francia  le due canzoni finirono sull'extended play Little Sister , che recuperava anche Are You Lonesome Tonight?  e I Gotta Know . Che dire, quattro magnifiche canzoni  nello stesso mini album non sono affatto male... L'edizione del disco che vi mostro non è quella originale del 1961, bensì quella con l'etichetta color arancio emessa nel 1969. Credo si tratti ugualmente di un discreto pezzo da collezione. Little Sister RCA Victor  86.304 Francia - 1969 Face 1

La recensione del cd "Heartbreak Hotel, Hound Dog & Other Top Ten Hits"

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Per la serie i cd più assurdi della storia , oggi presento  Heartbreak Hotel, Hound Dog & Other Top Ten Hits , emesso dalla BMG nell'ormai lontanissimo 1990. Un titolo molto attraente, se consideriamo il numero di brani che Elvis Presley riuscì a piazzare nelle zone alte della classifica americana , che   lasciava presagire chissà quali e quante meraviglie musicali , e invece... D'accordo, si tratta di una compilazione in linea economica  senza pretese, caratterizzata, come le altre inserite nella serie & Other Hits  (che comprendeva anche The Guess Who, Jefferson Airplane e Henri Mancini) da un running time  complessivo che è gentile definire irrisorio, ma bisogna dire che nel caso di Elvis si esagerò. Heartbreak Hotel, Hound Dog & Other Top Ten Hits  contiene infatti soltanto otto canzoni, per circa diciannove minuti di musica. Insomma, peggio del vecchio It Happened at the World's Fair  (1963), un album famoso per l'esigua durata, piuttosto che per il

Un rocker in blu

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A dispetto di quanto indicato sul fronte e sul retro della copertina di questo singolo promozionale , sul vinile non è rintracciabile Promised Land , il brano di Chuck Berry  rivitalizzato da Elvis  nel 1973. In effetti, i due lati del vinile  sono appannaggio dell'altrettanto classica Blue Suede Shoes , che però sull'etichetta color oro del 50° anniversario è erroneamente indicata come stereo . Per quanto riguarda l'omonimo 45 giri  "regolare", comprensivo di entrambe le canzoni indicate in copertina, è possibile imbattersi in due diverse edizioni dello stesso: una che ripeteva l'inesattezza del promo, estesa anche a Promised Land , segnalata come mono , l'altra che metteva finalmente le cose a posto. Rocker , la compilazione del 1984 pubblicizzata da Blue Suede Shoes , contiene dodici brani del biennio 1956-57  (Promised Land non è parte del progetto). Si tratta di materiale eccezionale, ma fin troppo sfruttato per suscitare l'interesse degli acq

L'album Promised Land vissuto da un bambino

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Un giorno di ottobre  di tanto tempo fa, e per tanto tempo intendo una vita, portai alla mia professoressa di inglese un pezzo di carta sul quale avevo scritto, in stampatello, PROMISED LAND. Mamma mi aveva regalato il 33 giri con quel titolo un paio di giorni prima e volevo sapere a tutti i costi cosa significavano quelle due parole. Ero in prima media  da qualche settimana e di inglese ne masticavo pochissimo, di conseguenza ogni vocabolo che incontravo sul mio cammino si trasformava automaticamente in un ostacolo. Spesso lasciavo correre, ma con Elvis di mezzo ciò non era possibile. A dire il vero qualche idea me l'ero fatta... Assimilando promised a promessi - perché in casa girava una copia de  I promessi sposi - arrivai a pensare che Promised Land fosse un disco a tema incentrato sul matrimonio! La cosa buffa è che avevo undici anni, di concept album non ne sapevo nulla, eppure la mia fervida immaginazione mi portò a supporne l'esistenza. Quando esposi la fantasiosa t

Ancora sul box "Elvis Live 1969"

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In questo periodo sto finalmente ascoltando il box del 1969 . Che dire, io lo trovo straordinario per tanti motivi che è inutile stare a elencare ad altri appassionati, ma dubito che il pubblico generalista possa trovare appetibile una sfilza di concerti con scalette suscettibili di pochissime variazioni. A chi non è propriamente un fan, ma ha comunque deciso di approfondire il discorso Elvis Presley , poco importa constatare la differenza che passa tra un dinner e un midnight show, così come non starà a far caso all'ispirazione di Elvis, per forza di cose non sempre sullo stesso livello. Pazienza, consiglio loro una compilazione esaustiva dell'argomento. In questo caso, e qualcuno mi scuserà, poco mi interessa del pubblico generalista . Già in partenza - considerando il prezzo - questo era un set destinato a pochi, vale a dire a chi è interessato anche alla più impercettibile delle pause, anche ai sospiri del proprio artista preferito . Ecco, queste persone non correranno il

Quattro chiacchiere in libertà sul 1971 di Elvis Presley

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Nel 1969, in seguito al grande impatto dello special televisivo realizzato per la NBC , Elvis  onorò gli ultimi contratti cinematografici e tornò ad esibirsi dal vivo per la prima volta in otto anni. La risonanza di tale evento fu enorme, sebbene il rock si stesse muovendo verso  Woodstock  e successivamente, con risultati drammatici, in direzione di Altamont . Naturalmente, dopo tutti gli anni passati a Hollywood   Elvis Presley  si ritrovò tagliato fuori dalle coordinate della musica moderna , ma questo aveva ben poca importanza, dopotutto lui era stato e continuava ad essere la stella più luminosa del firmamento musicale, per dimostrarlo andava bene anche l'International Hotel . Nel 1970 le tappe fondamentali correlate all'attività concertistica erano state tre: la riconferma nella città del gioco d'azzardo , che lo aveva visto trasformarsi velocemente in un entertainer di lusso , poi la realizzazione di un film tratto dagli spettacoli estivi a Las Vegas   ( Elvis - Th