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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Elvis su Ragazza In

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Ricordo che ebbi un sacco di problemi con il numero 46 (1980) di Ragazza In , perché in copertina c'era Elvis  e all'interno un suo poster gigante ma il magazine  era chiaramente indirizzato alle giovanissime. Da ragazzino ero piuttosto timido, praticamente tutto il contrario di quanto sarei diventato crescendo, così pensai e ripensai a quale scusa inventare con l'edicolante per comprarmi la tanto agognata rivista. Alla fine mi decisi a dirgli che era per mia sorella, che, lo devo dire, non aveva mai letto Ragazza In . "Sa, lei ha l'influenza, non può uscire di casa..." . Pagai il dovuto, mi pare seicento lire e lui me la passò distrattamente, senza degnarmi di uno sguardo, probabilmente non avrebbe fatto una piega nemmeno se gli avessi detto che dovevo portarla su Marte. Comunque, il fatidico numero 46 è ancora con me dopo tutto questo tempo, e in ottime condizioni. All'interno, oltre allo spazio dedicato a Elvis  ci sono i testi di Dalla , l'attesi

Elvis ai tempi di G. I. Blues

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C'è chi assimila la colonna sonora di G. I. Blues , incisa e pubblicata su 33 giri nel 1960 a quelle che sarebbero seguite nel corso dei sixties . Nulla di più sbagliato, sebbene sia composta anch'essa da materiale piuttosto leggero il paragone risulta improponibile. Intanto perché fu la prima del nuovo corso cinematografico di Elvis , che lo vedeva interprete di commedie prive - salvo un paio di eccezioni - di elementi drammatici. Poi, soprattutto, perché essendo stata registrata a pochi mesi di distanza dal ritorno di Elvis  dalla Germania , dove era stato un anno e mezzo circa senza incidere nulla professionalmente, è ancora riconducibile a quanto realizzato negli anni '50 , se non nella qualità delle canzoni interpretate, sicuramente nell'approccio del giovane artista. Ma parlerò più approfonditamente di questa soundtrack , da sempre una delle mie preferite, quando mi deciderò a scrivere la recensione dell'album G. I. Blues , che possiamo ricordare come uno de

Always On My Mind: Elvis indulge sull'amore perduto

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Oggi rispolvero il singolo di lancio di Always On My Mind , una compilazione emessa nel 1985 caratterizzata da un art work che è molto, molto gentile definire brutto. Per l'occasione non solo furono riciclati gli scatti precedentemente utilizzati per i 33 giri Elvis (Fool)  e Good Times , questo sarebbe stato il minimo, ma a qualcuno venne anche in mente di rielaborali in modo orrendo. Il risultato è inqualificabile e osservando la copertina quasi ci si aspetta di trovare un interruttore che una volta pigiato la faccia accendere come un albero di Natale . Questo, ovviamente, se si resiste alla tentazione di lanciarla dalla finestra. Parlando di musica, Always on My Mind  presenta l'Elvis autobiografico alla massima potenza, nel caso non fossero stati sufficienti diversi album e i due volumi postumi della serie Our Memories of Elvis  a far capire che aria tirava in casa Presley negli anni '70. Ecco dunque sfilare, uno dopo l'altro, brani come Separate Ways , Pieces

Elvis su TV Guide

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Nella ricorrenza del ventennale della scomparsa di Elvis Presley , il numero 2316 del popolare e longevo magazine TV Guide  venne distribuito con quattro diverse copertine a lui dedicate accompagnate dall'altisonante quanto azzeccato titolo Elvis Forever!  All'interno diversi articoli correlati al leggendario artista  e uno speciale cruciverba tutto elvisiano . Insomma, come consegnare alla storia una rivista. Le quattro copertine coprono l'intero arco della carriera di Elvis , dagli inizi agli anni '70, passando per il celebre '68 Comeback con l'unica foto in bianco e nero utilizzata. Trovo la scelta un po' strana, ma lo scatto è comunque bellissimo. Naturalmente io mi portai a casa questi TV Guide qualche anno dopo la loro pubblicazione, non ricordo neanche come me li procurai, ma li custodisco gelosamente come faccio con tanti altri oggetti che parlano della mia più grande passione. Elvis Forever , appunto. Foto: Roberto Paglia Leggi

Aspettando Natale

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Un altro anno è passato velocemente, il  Natale è ormai alle porte e per quanto riguarda questo blog  ci saranno nuovi post ad esso correlati. Nel frattempo, sperando di fare cosa gradita e rivolgendomi in special modo a chi ha scoperto  Never without Elvis  da poco, pubblico un riepilogo di quanto realizzato nel 2018. Si tratta di articoli che ho scritto con grande piacere, perché sono un inguaribile nostalgico e quando dicembre si avvicina mi lascio andare ai ricordi dei bei tempi  che furono, quando Natale significava mega riunione di famiglia  e atmosfera magica . Si, ho passato dei bellissimi momenti, accompagnati e resi indelebili dalla  colonna sonora perfetta. Potete facilmente immaginare quale. Sarò sincero, da qualche anno a questa parte - diciamo da quando mia madre non c'è più - di magico è rimasto ben poco. Nulla è per sempre , però i ricordi restano, e non è poco. Ecco, basta sedersi, chiudere gli occhi e aspettare che Elvis  inizi a cantare... Per un po' sarà b

C'erano una volta 100 Super Rocks

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Elvis - 100 Super Rocks  è un box antologico di sette LP (ed altrettanti poster) emesso in Francia  nel lontano 1976. Almeno così mi pare di ricordare, potrei sbagliare di un anno ma credo sia superfluo andare a controllare proprio in questo momento. Successivamente il cofanetto fu pubblicato anche in Germania - con copertina e poster gigante a dir poco orrendi - e in Australia . Nel pieno rispetto del titolo, contiene cento brani ritmati estrapolati da tutti i periodi presleiani  e inseriti, dato piuttosto sorprendente, con un certo rigore cronologico. Si parte con alcuni pezzi risalenti alla Sun Records e si arriva fino al 1973 con la  Steamroller Blues proveniente dall'Aloha. Nel mezzo c'è veramente di tutto, brani entrati nella storia della musica  ed altri, come Girl Happy e Double Trouble ,   dei quali si sarebbe potuto fare tranquillamente a meno. Ad ogni modo, leggendo super rocks si potrebbe essere portati a credere che i sette vinili contengano esclusivamente pezzi.

Elvis nei libri dedicati alle classifiche

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Iniziai ad interessarmi alle classifiche di vendita dei dischi  molto presto, più o meno quando avevo dodici anni. Naturalmente la causa scatenante fu Elvis Presley . La nascente passione per il mio idolo mi spinse a saperne di più sul suo conto e avere un'idea delle proporzioni di un successo commerciale che sapevo essere stato stratosferico era fondamentale. Ben presto estesi questo particolare interesse a tanti altri cantanti e band che apprezzavo e alla fine pensai che mi sarebbe piaciuto avere un quadro completo della situazione. Non fu semplice, ero solo un ragazzino e avevo ben poche possibilità di accedere ad informazioni di questo genere. Crescendo però cominciai ad acquistare riviste musicali  di un certo livello e più in là veri e propri volumi dedicati all'argomento. Con l'avvento di Internet  le cose si semplificarono enormemente, eppure quei tempi pionieristici mi sono rimasti nel cuore. In questo post vi presento tre libri che per me hanno significato molti

Le cartoline di Elvis 2

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Eccoci al secondo appuntamento con le cartoline di Elvis  provenienti dalla mia collezione. Come ho già avuto modo di spiegare in precedenza (trovate il link in fondo al post) quello delle cartoline è un mondo che conosco poco. Mi limito ad inserirne qualcuna nel blog, cercando, quando possibile, di fornire qualche dato specifico. Ad essere sincero non ho mai approfondito l'argomento, ma, relativamente all'Italia, nell'imprescindibile libro Elvis - Tutta la produzione italiana di Maurizio Maiotti  e Augusto Morini  (Maurizio Maiotti Editore - 2005) c'è anche - non poteva essere altrimenti - una sezione dedicata alle cartoline di stampa italiana. [USA] Sul retro c'è scritto Made in the USA, ma davvero non saprei dire altro. In ogni caso, bella riproduzione della locandina di Love me Tender , il primo film di Elvis . [Italia] Contenuta in un mini set di dodici cartoline con custodia (Editore Lo Vecchio), ma venduta anche singolarmente, come de

Spinout in Francia

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Ascoltando  Spinout  dall'inizio alla fine non avremo l'impressione di trovarci davanti a un capolavoro, ma potremmo trovarlo più consistente di  Girl Happy , Harum Scarum , Paradise, Hawaiian Style  e Double Trouble , quattro 33 giri di Elvis Presley  emessi nello stesso periodo. D'accordo, non è molto, ma è pur sempre qualcosa. Non lo dico per le tre belle bonus songs  che contiene, fra le quali è possibile rintracciare Tomorrow is a Long Time , cover di un pezzo di Bob Dylan  che da sola vale il disco, ma proprio per le canzoni provenienti dal film omonimo. Inutile dire che nel valutare questa soundtrack  entrano in gioco i miei gusti personali, ma All That I am  è effettivamente un bel lento e anche Am I Ready  non è male. Quanto ai brani ritmati, che rappresentano la parte maggioritaria dell'album, escludendo la mediocre Stop, Look and Listen , piazzata in apertura di primo lato, qualcosa di divertente c'è. La deliziosa  Adam and Evil , ad esempio, oppure Bea

Elvis su Pop Weekly

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La Pop Star  più famosa? Relativamente al numero 39 del 25 maggio 1963 di Pop Weekly i lettori non ebbero dubbi: Elvis Presley . Al secondo posto della Pop Star Top 20  troviamo Cliff Richard , cantante popolarissimo nel Regno Unito  mentre al terzo figurano i Beatles , ormai in grande ascesa. All'epoca chi desiderava votare doveva scrivere e poi spedire in redazione le proprie preferenze. Altri tempi, indubbiamente più belli. Nata nel 1962 (inizialmente Pop Ten Monthly)  Pop Weekly si rivelò una rivista ricca di contenuti interessanti dedicati agli artisti più in voga e foto spettacolari spesso introvabili altrove. Chiuse i battenti nel 1966. Posseggo diversi numeri di questo magazine , ma quello che vi mostro in questo post è il mio preferito. Chissà perché... A chi volesse approfondire il discorso consiglio questa pagina: Pop Weekly Se invece volete sfogliare il numero 39 del 1963, cliccate QUI . Foto: Roberto Paglia    

Moody Blue: Riflessioni in ordine sparso

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La sezione The alternate album nell'edizione Follow That Dream di Moody Blue , l'ultimo 33 giri di Elvis Presley ci offre la possibilità di immaginare una track list leggermente ma sostanzialmente  diversa da quella che abbiamo imparato a riconoscere in seguito a innumerevoli ascolti. Nella sezione in questione, il posto di Let me be There (in chiusura di primo lato del vinile)   è occupato da una bella resa live di My Way , registrata a Saginaw il 25 aprile del 1977. Ecco, diciamo che il Moody Blue lo avrei preferito così, privo del successo di Olivia Newton-John , già presente nell'album Elvis Recorded Live on Stage in Memphis  e inspiegabilmente ripescato dalla RCA . Vero è che nel 1977 la casa discografica si trovò drammaticamente a corto di materiale e che la compilazione di un long playing si era ormai trasformata in un'impresa titanica, ma perché ricorrere a un brano già pubblicato in precedenza quando si avevano a disposizione un'infinità di pezzi dal vivo

Elvis e Bruce

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Clamoroso (ma fino a un certo punto) esito di una battaglia telefonica organizzata dal quotidiano americano "USA Today". Si Trattava di stabilire se Bruce Springsteen fosse ormai succeduto ad Elvis Presley sul trono del rock, o se la corona spettasse sempre al compianto Elvis. Mito contro mito, insomma. Ebbene: su circa 25.000 telefonate giunte al giornale (un campione vasto e significativo), ben 18.000 si sono espresse a favore di Presley, e soltanto 7.000 hanno preferito il Boss. Sarà per la prossima volta... (Ritaglio da un Ciao 2001 dei primissimi anni '80) All'inizio degli anni '80 si parlava di Bruce Springsteen  e Elvis Presley  in relazione a un passaggio del testimone che in realtà non si verificò mai. Bruce nuovo Re? Perché poi? Lui era già allora un grande artista, aveva alle spalle una manciata di album di valore e davanti a sé una strada costellata di trionfi, non ci fu mai reale bisogno di eleggere un nuovo Re in sostituzione di colui che ave

Elvis e Teddy Bear a Hollywood

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La straordinaria bellezza di Elvis Presley , decisamente fuori dal comune, influenzò il corso della sua carriera fin dall'inizio. In virtù di questa rara combinazione,  Elvis  non fu solo un artista dotato di straripante talento, ma anche un sex symbol  desiderato da milioni di donne. Quindi, ricapitolando, cantante più famoso del mondo  e bellissimo ragazzo: facile intuire come Hollywood  volle immediatamente sfruttare una simile opportunità. Nel 1956 il  re del rock 'n' roll fu trascinato di peso in un western senza particolari pretese (Love me Tender) che poi lui contribuì a rendere immortale, ma l'industria cinematografica aggiustò il tiro già a partire dall'anno successivo, durante il quale arrivarono nelle sale Loving You  e Jailhouse Rock , due pellicole che lo vedevano protagonista assoluto nei panni di un giovane irrequieto che poi sfonda nel mondo della musica . Già, e la musica? Se per buona parte dei sixties gli fu praticamente impossibile prescindere