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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Una chitarra e una piccola bugia

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Quando avevo tredici anni mi feci comprare una chitarra e iniziai a prendere qualche lezione. Il rock 'n' roll mi scorreva nelle vene e... No, poi non diventai una leggenda vivente, e ad essere sincero non piazzai nemmeno un brano nella Top 10 rionale, ma poco importa. In realtà lo strumento musicale mi tornò utile in altro modo. C'era una ragazzina che mi faceva il filo e una domenica pomeriggio, mentre parlavamo del più e del meno al telefono, saltò fuori che avevo una chit arra. Lei disse "per favore, fammi ascoltare qualcosa!" e io con grande prontezza risposi "va bene, aspetta". Poggiai la cornetta vicino alla cassa del giradischi, presi un disco di Elvis e feci partire le malinconiche note di "I Love You Because". Al termine della canzone tornai al telefono e chiesi se le fosse piaciuta, ma non ottenni risposta. Evidentemente era rimasta a bocca aperta. Quando le tornò la voce mi disse "Roberto... ma tu sei braviss

Elvis ai tempi dell'album "Guitar man"

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Un Elvis  stizzito sembra dire "fate come volete, non voglio saperne nulla!". Ovviamente si scherza, ma questo 45 giri è tratto dall'album Guitar Man  del 1981, che come sappiamo conteneva un buon numero di brani ai quali venne rifatta la base strumentale. A guidare le operazioni, a Murfreesboro  e successivamente a Nashville  nel 1980 c'era Felton Jarvis , che manco a dirlo si orientò su materiale country . Lo scopo era chiaro, per quanto non esente da critiche: rinfrescare il sound di Elvis  e riportarlo in classifica, magari proprio in quelle relative al Country . Ne venne fuori un 33 giri  che un po' divide gli appassionati. C'è chi lo apprezza, considerandolo un buon prodotto - in effetti non ci sono dubbi sulla serietà del progetto, portato a termine da musicisti eccellenti - e chi invece fatica a digerirlo. Io, lo ammetto, faccio parte di quest'ultima categoria. Non solo non mi piace, ma ogni volta che mi sono messo d'impegno ad ascoltarlo

Graceland '76: L'Heartbreak Hotel è qui - La recensione di From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee

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Ho sempre avuto un debole per le canzoni che Elvis , praticamente costretto dal mancato rispetto dei contratti da lui stesso firmati, incise a Graceland  nel febbraio del 1976. Non è difficile individuare i motivi di questa passione, considerando che From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee  fu il mio secondo album del Re. Questioni affettive, certo, perché con questo disco ci sono cresciuto, ma non è tutto qui. L'Elvis che le incise non è quello del '68 Comeback  o delle session all'American Sound Studio di Memphis , né, per dirla tutta, il cantante che si recò negli studi della Stax  sul finire del 1973 o ad Hollywood  nel marzo del 1975, ma questo album contiene un pugno di canzoni caratterizzate da una bellezza sofferta e talvolta nascosta, disperatamente voluta e faticosamente raggiunta. Sotto questo punto di vista soddisfa ampiamente i miei gusti e le mie aspettative, perché in ambito musicale, ma non solo, mi attraggono le imperfezioni che rasentano l'

Elvis e Ann Margret: Il lungo film di Rusty e Lucky

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Ho sempre pensato che Ann Margret  sia prigioniera dei nostri stessi film mentali, destinata a recitare una parte che noi le abbiamo cucito addosso. Ecco, in questo senso lei resterà per sempre la nostra attrice preferita , quella così brava da riuscire a mescolare fantasia e realtà e farci credere che basta volerlo, volerlo intensamente e la felicità è a portata di mano. In realtà non esistono dati oggettivi che inducano a pensare che tra Elvis e Ann  avrebbe funzionato, neanche uno. A chi non è capitato di vivere una grande passione  che poi, per varie incompatibilità caratteriali non è stato possibile trascinare nella quotidianità? I fatti ci dicono che sostanzialmente la relazione restò circoscritta ai dintorni del set di Viva Las Vegas  e che poi Elvis  passò di pellicola in pellicola per la gran parte degli anni '60  tornando sempre a casa da Priscilla , che infine sposò nel 1967 . Fatti concreti, in questo caso non possiamo andare oltre le grandi linee che ci troviamo da