La favola di Harum Scarum

Tra le altre cose, novembre è anche il mese in cui l'album Harum Scarum, non esattamente il migliore di Elvis Presley, arrivò nei negozi di dischi. Era il 1965 e il 33 giri contenente la colonna sonora del film omonimo si spinse fino all'ottavo posto nella classifica di Billboard. Un grande risultato, anche perché il disco fece necessariamente a meno di un singolo di lancio, visto che sarebbe stato difficile individuare un brano adatto allo scopo fra quelli appartenenti alla soundtrack.

A questo scombinato progetto ho già dedicato due lunghi approfondimenti in passato, dei quali troverete i relativi link in fondo al post. Oggi vorrei invece raccontare una storia che risale al 1979, quando ero un ragazzino pieno di entusiasmo. 

Una domenica mattina di tanto tempo fa, e per tanto tempo intendo diversi decenni, con mia madre e mia sorella ci recammo a Porta Portese, il noto mercato all'aperto di Roma. Ricordo nitidamente che quel giorno mi ero messo in testa di tornare a casa con qualcosa di Elvis. Ieri come oggi, sulla moltitudine di bancarelle che popolano Porta Portese non è improbabile trovare articoli correlati ad Elvis, si tratti di dischi, libri o quant'altro, ma nella primavera del 1979 - non avevo ancora compiuto tredici anni - la mia era più una speranza campata per aria che una certezza. Fatto sta che ci eravamo appena addentrati in quel grande mercato, quando realizzai che a circa venti metri di distanza qualcosa stava cercando di attirare la mia attenzione. Si, c'era un non so che di vagamente familiare su una bancarella che... Non avrei saputo dire esattamente di cosa si trattasse, ma un volto familiare sembrava guardare nella mia direzione. Preso da una strana smania iniziai a macinare metri con crescente convinzione e alla fine, sopra quello che si rivelò un piccolo banco di dischi usati, Harum Scarum e Elvis TV Special mi apparvero in tutto il loro splendore. Sapevo poco o nulla dei due LP, più o meno che esistevano e poco altro e un lungo brivido attraversò il mio corpo. Mi girai di scatto e cercai gli occhi di mia madre. Non ci fu bisogno di dire nulla, aveva già capito. Mi sorrise e disse che potevo prenderli entrambi. Passai le settimane successive ad ascoltarli. Tutti i giorni, appena potevo, fino ad impararli a memoria. Elvis TV Special è un capolavoro e non fa testo, ma se oggi riesco ad emozionarmi mentre ascolto brani come My Desert Serenade lo devo soprattutto a quei lontani giorni di fine anni settanta, quando grazie a Elvis tutto sembrava assumere i contorni di una favola.

The song is new and it's calling you...

Foto: Roberto Paglia

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