Palm Springs '73

"For Ol' Times Sake", "I Miss You" e "Are You Sincere?" contribuiscono a bilanciare e a dare la giusta atmosfera all'album "Raised On Rock", discretamente fornito di brani ritmati. Le sessions che produssero la maggior parte di questo lavoro sono quelle che si tennero a Memphis, negli studi della Stax, a partire dal 21 luglio 1973. Quel giorno, lungamente atteso da tutti tranne che da Elvis, le aspettative erano molto alte. Alla Rca era rimasto ben poco da pubblicare e non si era riusciti in nessun modo a capitalizzare lo straordinario ritorno d'immagine generato dallo Special televisivo "Aloha From Hawaii". Ad Elvis questi risvolti commerciali interessavano poco, e ancor meno quell'estate. Stava attraversando un periodo difficile - il divorzio da Priscilla era alle porte - di conseguenza il suo umore era lontano anni luce da quello dei musicisti presenti in studio. Inoltre, a breve sarebbe dovuto tornare a Las Vegas per un altro mese di spettacoli, al ritmo di due al giorno. Le operazioni si conclusero quindi con pochi masters all'attivo e una manciata di basi sulle quali si sperava che Elvis avrebbe registrato la voce, prima o poi.

L'occasione si presentò un paio di mesi dopo, quando nella sua casa di Palm Springs lui tornò su quei nastri, dovendo necessariamente completare un album nel quale era stato deciso di non inserire "Take Good Care Of Her" e "I've Got A Thing About You Baby", ritenute più adatte a un singolo. Tuttavia, delle quattro basi che gli furono sottoposte, Elvis considerò meritevole della sua attenzione la sola "Sweet Angeline", preferendo concentrarsi su due nuovi pezzi: "I Miss You" e, appunto, "Are You Sincere?". Il travagliato "Raised On Rock" poté finalmente essere completato e lanciato sul mercato, ma le vendite non si rivelarono soddisfacenti.

Diversi artisti di rilievo si sono cimentati con "Are You Sincere?", una composizione decisamente introspettiva di Wayne P. Walker. Tra questi possiamo ricordare Marty Robbins e Andy Williams, che nel 1958 la portò al terzo posto della classifica statunitense. Da par suo, Elvis approccia la canzone dando l'impressione di non essere minimamente interessato al suo eventuale potenziale commerciale, trasformandola invece in una sorta di riflessione da notte insonne. Lo fa con spontaneità, buttando giù il master in una manciata di takes, come se per lui fosse la cosa più naturale del mondo essere così intimo. Taglia anche parte del testo, già scarsamente elaborato in partenza, ma quel poco che canta assume ben presto i contorni di una considerazione sulle umane debolezze. La meccanicità di certi pensieri, che girando su se stessi non portano a nulla di concreto, guastando i rapporti, era già stata sviscerata da Elvis in brani come "Suspicion" (1962), "Suspicious Minds" (1969) e "I Really Don't Want To Know" (1970). Ci torna su anche a Palm Springs, stavolta sulla scorta di un naufragio matrimoniale, con disarmante candore. Oppure con spavalda incoscienza, difficile stabilirlo.

Ma Elvis, inaspettatamente, si mette anche a giocare con la canzone. Lo fa con sottile ironia, quasi stesse valutando, lì per lì, cosa ricavarne. Cogliendo la parziale similitudine del titolo con quello della ben più nota "Are You Lonesome Tonight?", sembra fare un'impercettibile pausa dopo il primo, introduttivo "are you", lasciando supporre che concluderà con "lonesome tonight". Continuando su questa strada, il Re dona al brano anche una parte centrale recitata, rendendolo strutturalmente simile al grande classico del 1960. Le analogie finiscono qui, perché poi il nostro si cala nella parte dell'uomo alle prese con i suoi demoni interiori, dimenticandosi dell'eventuale solitudine di "lei".

In conclusione, la versione di "Are You Sincere?" realizzata da Elvis sembra trarre vantaggio dal modo approssimativo in cui venne incisa, vale a dire all'interno di una casa e con una strumentazione ridotta al minimo indispensabile, confermando che la magia può scaturire da qualunque situazione. Degna di menzione è la take 2: priva del coro che dona quel minimo di consumabilità commerciale, ci appare ancor più esplicitamente come puro sfogo tradotto in musica.

Are you sincere when you say "i love you" ? Are you sincere when you say you love me too ? And are you really mine every day, all the time ? I've got to know which way to go. Will our love grow ? Are you sincere ?

Sei sincera quando dici "ti amo" ? Sei sincera quando dici che mi ami anche tu ? E sei davvero mia ogni giorno, in tutti i momenti ? Devo sapere quale strada prendere... Il nostro amore crescerà ? Sei sincera ?

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