Tempeste passate

Andavamo molto d'accordo io e mia madre, talvolta non c'era neanche bisogno di parlare, ci capivamo al volo. Ma quando una persona cara ci lascia arrivano immancabilmente i sensi di colpa, il più delle volte stupidi, superflui e fuorvianti. Però ce li dobbiamo tenere, perché ripensi a tutto, anche a quella volta che lei ti voleva abbracciare e tu quasi scocciato le hai detto "e dai, mammaaaa". E vorresti tornare indietro per cambiare questo dettaglio. Solo questo.

Smisi di ascoltare "You Gave Me A Mountain" sul finire del 2009. Amo questo brano, profondamente, fin da quando lo trovai sull'album "Elvis In Concert" nel dicembre del 1977. Ero solo un bambino allora, ma non mi sfuggirono la straordinaria bellezza della melodia e l'alternanza di quiete e tempesta, né la partecipazione emotiva di Elvis, che evidentemente, a meno di due mesi dall'addio continuava a vivere sulla propria pelle un testo che sapeva di resa incondizionata davanti all'ineluttabilità del fato. Smisi di ascoltarla perché una sera, mentre il decennio volgeva al termine e il cd girava noncurante, mi resi conto che mia madre la sua montagna non sarebbe mai riuscita a scalarla. E allora decisi che avrei fatto a meno del verso "my mother died giving me life" e, conseguentemente, di tutta la canzone che lo ospitava.

Poi mamma se ne andò davvero, il 10 settembre del 2012, sei anni fa giusto oggi, mentre le tenevo la mano e le baciavo delicatamente il viso stanco. Così, dopo qualche giorno di cupo dolore potei finalmente tornare ad ascoltare una delle mie canzoni preferite di sempre. Buffo, dopo essermi trovato per tanto tempo su una zattera in balìa delle onde, adesso che la tempesta era passata quei versi non facevano più paura.

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