Dischi e ricordi

La passione, la conoscenza non si misurano con il numero di dischi che si hanno in casa. Potrebbe suonare strano detto da me, eppure non mi sono mai sentito un appassionato migliore di altri. Perché avrei dovuto, poi? Tutto quello che ho fatto in quarant'anni è stato ascoltare Elvis e cercare di assimilare la sua arte nel miglior modo possibile. Per stare bene, per provare a dare alla mia vita la migliore colonna sonora mai realizzata. Non saprei spiegare perché ho accumulato dischi, suppongo che tanta meccanicità sia assimilabile alla conservazione di foto della persona amata. Ogni tanto le osservi e dici "quanto è bella, la amo". Adesso mi capita di guardare le file dei miei vinili e pensare che quindici diverse edizioni di "Blue Hawaii", o diciotto di "Elvis Golden Records" non servono a nulla, sono fini a se stesse. In realtà le ho messe una accanto all'altra nel tentativo di fermare il tempo, nella speranza di fissare per sempre un'epoca lontana, apparentemente magica. Naturalmente ho fallito, ma lo sapevo in partenza. Resto quello che sono sempre stato, un sognatore, un nostalgico che vive male il presente. Ed è per questo motivo che guardo l'edizione americana di "50,000,000 Elvis' Fans Can't Be Wrong" e ripenso a quella italiana, con l'etichetta color nocciola che mia madre mi regalò sul finire del 1977. Ero in prima media, tornai da scuola e la trovai su una sedia in salone. Io odio le sorprese, ma quella mi è rimasta nel cuore. Darei via tutti i vinili della mia collezione per poterla rivivere una sola volta.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letture: "Elvis and me" di Priscilla Beaulieu Presley

Domenica mattina con Elvis e Clambake

I 5 post del blog più visti nel 2020