"Elvis' Golden Records": La prima raccolta di Elvis Presley


Spesso ci si riferisce a questa celebre compilazione del 1958 aggiungendo per comodità "Volume 1", per uniformarla agli altri capitoli di una serie che sarebbe proseguita fino al 1968 con una coda, ormai fuori tempo massimo, nel 1984. In realtà, per quanto il successo di Elvis negli anni '50 fosse stratosferico, nessun discografico poteva essere ragionevolmente certo che lui avrebbe continuato a confezionare dischi d'oro, benché i presupposti ci fossero tutti. Quindi il titolo corretto è "Elvis' Golden Records", ma la sostanza non cambia di una virgola: si tratta della prima raccolta di Elvis Presley e senza alcun dubbio della più spettacolare e significativa, in quanto riesce a rendere, in tempo reale, l'esatta misura dell'esplosione commerciale del giovane artista nel biennio 1956/57.

All'interno di "Elvis' Golden Records" trova posto una lunga serie di "million sellers", impressionante soprattutto se rapportata al tempo intercorso tra l'exploit in classifica di "Heartbreak Hotel", disco d'esordio con la RCA e quello di "Jailhouse Rock", il più recente disco d'oro qui contenuto: due anni scarsi. I brani raccolti in questo 33 giri vanno quindi a formare una track list difficilmente eguagliabile dal punto di vista dell'impatto e della qualità, che è altissima.

Ascoltando l'album passiamo con disinvoltura dalla carica incendiaria di "Hound Dog" e "Jailhouse Rock" ai languidi e sensuali messaggi d'amore di "Love Me Tender" e "Loving You", dalla cupa atmosfera di "Heartbreak Hotel", carica di sinistri presagi ai solo apparentemente ingenui ammiccamenti alle giovanissime fans di "Don't Be Cruel" e "(Let me be your) Teddy Bear", senza dimenticare super classici del calibro di "All Shook Up". Una collezione di brani straordinari entrati in brevissimo tempo nell'immaginario collettivo, dai quali emerge prepotentemente lo straordinario talento di Elvis e la particolarità della sua voce, che è in egual misura morbida e sensuale, graffiante e potente.

Nel corso della sua carriera Elvis avrebbe tranquillamente assecondato il desiderio di cantare quanto lo colpiva di più a livello emozionale, prescindendo dai generi musicali e dal titolo di "re del rock 'n' roll" che ben presto gli venne affibbiato dalla stampa. Ebbene, questa sua fondamentale tendenza emerge già dai solchi di questa splendida antologia.

Eccellente il contributo dei musicisti coinvolti in queste storiche registrazioni, da Bill Black a D.J. Fontana ai Jordanaires. Su tutti però c'è un grande Scotty Moore, sempre determinante, quando caratterizza i brani con le sue taglienti scariche di chitarra, quando si dedica a un discreto lavoro di cesellatura e anche quando si produce, in "Too Much", in un assolo tanto fuori dagli schemi da rischiare di farlo perdere per strada.

Tale è l'abbondanza di materiale a disposizione della RCA che nonostante "Elvis' Golden Records" contenga ben quattordici tracce, non fu possibile inserire tutto. Tre b-sides, "I Was The One", "My Baby Left Me" e "Playing For Keeps" rimasero fuori dal progetto, anche se avevano le credenziali per farne parte. A rigor di logica, per far loro posto si sarebbe potuto fare a meno del singolo "(Let me be your) Teddy Bear / Loving You", già incluso nell'album "Loving You (1957) e di "Love Me", brano di punta del long playing "Elvis" (1956), ma queste esclusioni avrebbero senz'altro privato la track list di parte della sua forza.

Emesso nei primi mesi del 1958, "Elvis' Golden Records" fu un ottimo affare sotto tutti i punti di vista: contribuì a mantenere vivo l'interesse intorno a Elvis, ormai impegnato con il servizio di leva e permise alla casa discografica di vendere, più che bene, le stesse canzoni per l'ennesima volta.

Scorrendo l'elenco dei brani possiamo constatare che molti di essi avrebbero popolato gli spettacoli dal vivo di Elvis negli anni '70. Indipendentemente dal trattamento loro riservato dal cantante, che spesso preferiva concentrarsi su materiale che per lui rappresentava una sfida più stimolante, il loro status di super classici senza tempo ne rendeva praticamente obbligatoria la presenza in scaletta.

La copertina di "Elvis' Golden Records" ci mostra l'immagine di Elvis immersa in una dimensione dorata. Scelta quanto mai opportuna, davvero chilometrica la strada percorsa in pochi anni dal ragazzo di Tupelo.

Elvis' Golden Records (1958)

Lato 1: Hound Dog / Loving You / All Shook Up / Heartbreak Hotel / Jailhouse Rock / Love Me / Too Much

Lato 2: Don't Be Cruel / That's When Your Heartaches Begin / (Let me be Your) Teddy Bear / Love Me Tender / Treat Me Nice / Anyway You Want Me (That's How I Will Be) / I Want You, I Need You, I Love You

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