Houston '74: Elvis senza orchestra

Una domanda: nel corso dei suoi frequenti tour degli anni '70, che lo portarono ad esibirsi in tante città americane, Elvis avrebbe potuto fare a meno dell'orchestra che si portava dietro? Nel 2012 la risposta a questa affascinante domanda ci venne fornita da "The 8th Wonder of the World" della Venus, un cd che proponeva il primo dei due concerti che si tennero nel gigantesco Astrodome di Houston il 3 marzo 1974. Il cantante, ce lo ricorda lui stesso durante lo spettacolo, era inserito nel programma dell'annuale "Houston Livestock Show and Rodeo" in qualità di "evento numero 8" ( "good evening ladies and gentlemen, I'm event number 8" ) e naturalmente rappresentò il momento clou della manifestazione. Elvis si esibì davanti a 43.974 spettatori (la sera furono 44.175), così questa tappa può essere certamente ricordata come uno dei tanti trionfi legati al primo tour del 1974, lungo ben tre settimane e comprensivo di venticinque show in tredici città che scatenarono gli entusiastici commenti della stampa specializzata. In occasione di questo ennesimo giro degli Stati Uniti Elvis tornò a cantare a Memphis dopo tredici anni, ma non trascuriamo la domanda iniziale.

Occorre sottolineare che l'orchestra diretta da Joe Guercio era effettivamente al seguito del tour, ma che per problemi di logistica - era già accaduto nel 1970 - non fu possibile utilizzarla all'interno dell'Astrodome, sul palco del quale trovarono posto l'attrazione principale, l'abituale stuolo di coristi e la band composta da sei elementi. Dopo aver ascoltato "The 8th Wonder of the World" possiamo tranquillamente affermare che il sound non risente affatto dell'assenza degli orchestrali, semmai è vero il contrario. Tutto suona più asciutto e naturale e per quanto io gradisca l'apporto dei musicisti di Guercio, perfetti nell'accompagnare un entertainer a tutto tondo, ho sempre apprezzato questa rarissima variante. Gran parte del merito per la riuscita dello spettacolo va ovviamente attribuito all'ottava meraviglia, determinata ad offrire alla folla un'esperienza difficilmente dimenticabile.

La set list prevede una prima parte dedicata a materiale datato, con una serie di grandi classici fissati per sempre nell'immaginario collettivo come "Hound Dog" e "Love Me Tender" e fra i quali spicca una splendida resa di "Trying To Get To You". Proseguendo nell'ascolto troviamo invece canzoni più recenti, quali "Suspicious Minds", "Polk Salad Annie" e "Let Me Be There", quest'ultima autentica fissazione per Elvis in quel periodo. Discreto spazio è poi riservato all'aspetto religioso del suo repertorio, al solito trattato con rispetto, come si evince dalla presenza in scaletta di "Why me, Lord?" e dalla bella versione di "How Great Thou Art", uno dei numerosi highlights di questo elettrizzante pomeriggio a Houston.

In realtà "The 8th Wonder of the World" propose un "soundboard" già in circolazione da parecchio tempo, anche se non a livello ufficiale - personalmente avevo già acquistato "Event Number 8" della Madison, emesso nel 2000 - ma si tratta di un disco che all'epoca apprezzai moltissimo. È noto, a noi appassionati di Elvis piacciono anche i doppioni.

The 8th Wonder of the World
Venus Productions
2012

See See Rider - I Got A Woman / Amen - Love Me - Trying To Get To You - All Shook Up - Love Me Tender - Johnny B. Goode - Hound Dog - Fever - Polk Salad Annie - Why Me Lord? - Suspicious Minds - Introduction of the Band - I Can't Stop Loving You - Help Me - How Great Thou Art (with reprise) - Let Me Be There (with reprise) - Funny How Time Slips Away - Elvis talks - Can't Help Falling In Love - Closing vamp

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