Camminando nella tempesta: La recensione di "You'll Never Walk Alone"

Nella riedizione dell'album natalizio pubblicata su etichetta Camden nel 1970 non aveva trovato posto il contenuto dell'extended play "Peace In The Valley", comprensivo di quattro brani che nel 1957 avevano costituito un terzo del glorioso "Elvis' Christmas Album" originale. Un taglio inevitabile che aveva consentito di fare spazio a due canzoni non ancora inserite in un long playing: la perfettamente in tema "If Every Day Was Like Christmas" - già singolo nel 1966 - e la malinconica "Mama Liked The Roses", b-side della ben più nota "The Wonder Of You". Portando a termine questo progetto la Rca aveva preparato il terreno per una successiva, speculare operazione discografica in linea economica, stavolta focalizzata sul materiale religioso inciso dal cantante.

Pubblicato nel marzo del 1971, "You'll Never Walk Alone" raccoglie quindi le canzoni del già citato extended play, unitamente ad altri momenti ispirati di varia provenienza. Anche se non può essere considerato il naturale seguito di "His Hand In Mine" (1960) e "How Great Thou Art" (1967), il disco rispecchia fedelmente i suoi intenti ed ha il grande pregio di raccogliere una serie di incursioni in ambito "sacro" che correvano il rischio di perdersi per strada. Scorrendone la track list sono infatti ben cinque i brani in grado di destare l'interesse dell'appassionato e questo depone senz'altro a favore della compilazione.

Nel dettaglio, "You'll Never Walk Alone" e "We Call On Him" sono i due lati di un singolo pasquale del 1968 mai apparsi su album, "Let Us Pray" - dalla colonna sonora di Change Of Habit - doveva ancora essere trasferita su vinile, mentre "Sing You Children", dal film "Easy Come, Easy Go" era rimasta confinata all'omonimo e ormai dimenticato ep del 1967. "Who Am I" è invece un inedito assoluto proveniente dalle straordinarie sessions del 1969 a Memphis, le stesse durante le quali erano state realizzate meraviglie come "In The Ghetto", "Suspicious Minds" e "Long Black Limousine".

Incisa durante una significativa seduta di registrazione a Nashville nel settembre del 1967, la canzone che dà il titolo alla raccolta corre il rischio di essere penalizzata dal fragore dell'orchestrazione, che la sovrasta dopo il primo minuto di quiete, ma Elvis cavalca agevolmente l'onda della tempesta sonora, divenendone piuttosto parte e guida allo stesso tempo. Ascoltando questo messaggio d'amore e rassicurazione, l'effetto è di puro abbandono emotivo. "We Call On Him" è anch'essa caratterizzata da un'atmosfera pacata che poco a poco si fa più densa ed è carica di sincera devozione al Signore. Non raggiunge l'intensità di "You'll Never Walk Alone", ma in fondo non è necessario: questa esortazione a ricorrere alla fede prima del bisogno si fa amare soprattutto per la bellezza della voce di Elvis, che come in tante altre occasioni è dolce e potente in egual misura. "Let Us Pray" è una sorta di gospel edulcorato senza troppe pretese che era riuscito a rendere efficace la scena conclusiva dell'ultimo film a soggetto di Elvis. Esageratamente frenetica la sezione ritmica, ma la prova del cantante, sorretta dall'indispensabile coro, è piuttosto convinta. "Sing You Children" è un altro gospel annacquato che non riesce a scrollarsi di dosso la piattezza di fondo della colonna sonora d'appartenenza. Godibile, a patto che non lo si paragoni ad analoghe interpretazioni di Elvis, anche vicine dal punto di vista temporale. "Who Am I", infine, è un inedito che sarebbe ingeneroso assimilare a un episodio minore dei gloriosi giorni agli American Sound Studios. Non lo è, in effetti, rappresentandone piuttosto la quota religiosa con grande classe e rispetto. Superfluo sottolineare con quanta devozione e coinvolgimento Elvis approcci l'ennesima preghiera. Una perla nascosta.

Per la copertina di "You'll Never Walk Alone" si ricorse ad uno scatto ritraente Elvis in concerto che a prima vista sembra avere ben poca attinenza con quanto musicalmente proposto. Dunque, un inganno perpetrato ai danni dell'ignaro acquirente? Non necessariamente, per una volta. Il candido abito di scena simile a una tunica, la posa solenne e la luce alle spalle del Re che sembra arrivare direttamente da "lassù" rendono l'art work affine alle esternazioni di fede incondizionata che fuoriescono dai solchi di questo vinile.

You'll Never Walk Alone
(1971)

Lato 1: You'll Never Walk Alone / Who Am I? / Let Us Pray / (There'll Be) Peace in the Valley (For me) / We Call on Him

Lato 2: I Believe / It Is No Secret (What God Can Do) / Sing You Children / Take My Hand, Precious Lord

Commenti

Post popolari in questo blog

Letture: "Elvis and me" di Priscilla Beaulieu Presley

Domenica mattina con Elvis e Clambake

I 5 post del blog più visti nel 2020