Quattro chiacchiere in libertà sul 1971 di Elvis Presley

Nel 1969, in seguito al grande impatto dello special televisivo realizzato per la NBC, Elvis onorò gli ultimi contratti cinematografici e tornò ad esibirsi dal vivo per la prima volta in otto anni. La risonanza di tale evento fu enorme, sebbene il rock si stesse muovendo verso Woodstock e successivamente, con risultati drammatici, in direzione di Altamont. Naturalmente, dopo tutti gli anni passati a Hollywood Elvis Presley si ritrovò tagliato fuori dalle coordinate della musica moderna, ma questo aveva ben poca importanza, dopotutto lui era stato e continuava ad essere la stella più luminosa del firmamento musicale, per dimostrarlo andava bene anche l'International Hotel. Nel 1970 le tappe fondamentali correlate all'attività concertistica erano state tre: la riconferma nella città del gioco d'azzardo, che lo aveva visto trasformarsi velocemente in un entertainer di lusso, poi la realizzazione di un film tratto dagli spettacoli estivi a Las Vegas ( Elvis - That's The Way It Is ) e infine il ritorno on the road, a distanza di tredici anni dal precedente tour. Del 1972, tra le altre cose, ricordiamo un nuovo film derivato dai concerti primaverili ( Elvis on Tour ) e i quattro sold out di giugno al Madison Square Garden. Nel 1973, superfluo ricordarlo, ci fu l' Aloha From Hawaii.

Ecco, dal punto di vista degli spettacoli dal vivo il 1971 resta parzialmente nell'ombra, sconosciuto a chi non è proprio addentro alle faccende presleiane in quanto privo di momenti memorabili. Tra l'altro, il programma live di quell'anno fu poco movimentato, quasi noioso per un artista che avrebbe potuto fare ben altro. Vediamo nel dettaglio: Las Vegas dal 26 gennaio al 23 febbraio, Lake Tahoe dal 20 luglio al 2 agosto, nuovamente Las Vegas dal 9 agosto al 6 settembre (non dimentichiamo che in queste città Elvis si esibiva due volte al giorno) e infine il primo e unico tour dell'anno, dal 5 al 16 novembre. Come se non bastasse, tra la fine dell'ingaggio a Lake Tahoe, lungo due settimane e l'inizio della stagione estiva a Las Vegas passò una sola settimana. Praticamente, Elvis non ebbe neanche il tempo di ricaricare le batterie.

Bisogna anche considerare che nel 1971 Las Vegas non rappresentava più una sfida. Infatti, per quanto buoni gli spettacoli non furono al livello di quelli dell'anno precedente. Tutto molto logico. Diciamo che arrivati a un certo punto ci sarebbe voluto ben altro per mantenere alti gli stimoli. E allora il Madison Square Garden, dirà qualcuno? D'accordo, sicuramente, ma negli anni '70 tutti i grandi nomi dello spettacolo si esibivano in quel prestigioso impianto. Semmai, quella straordinaria "tre giorni" a New York stupisce per la rapidità dei sold out e per la capacità del Re di lasciare tutti a bocca aperta. Si, Elvis sbancò la città, ma poi non ci tornò mai più. Aloha From Hawaii? Indubbiamente il più grande evento mai organizzato nel mondo dello spettacolo, un monumento alla grandezza della leggenda vivente, ma anche l'affossamento definitivo della possibilità di vedere questo magnifico performer in giro per l'Europa, il Giappone, l'Australia, perché con lo show in mondovisione, che portò il suo assistito nelle case di tutti, il Colonnello liquidò la questione in via definitiva. Volete Elvis? Venite a Las Vegas o in qualche altra città degli Stati Uniti d'America, le date non mancano. Fine del discorso.

In conclusione, con tre stagioni consecutive spalmate tra Las Vegas e Lake Tahoe e privo di particolari sussulti, il 1971 è lì a ricordarci di come una routine ne sostituì un'altra, vale a dire quella del cinema. Poteva essere l'anno giusto per cambiare, invece si trasformò nel manifesto programmatico di quanto sarebbe venuto in seguito: una serie apparentemente senza fine di serate in città che Elvis non vide mai, dovendo rispettare il rigido schema hotel - concerto - aereo - hotel.

Quanto a me, avessi avuto anche solo vent'anni nel 1971, messo davanti alla possibilità di non riuscire a vedere il mio idolo in azione mi sarei recato a Las Vegas e Lake Tahoe? Beh, avrei fatto carte false...Ecco, a Parker era nota tanto la lealtà di Elvis quanto l'adorazione dei fans.

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