Elvis a Las Vegas: Altri echi dell'Aloha
Dopo aver parlato del dinner show a Las Vegas del 3 febbraio 1973, ecco quello risalente al giorno 13 dello stesso mese, immortalato dalla Audionics in un bel CD dall'eloquente titolo Echoes of Aloha. Su un totale di diciassette brani che vanno a comporre la scaletta dello show, sono infatti tredici quelli in comune con il mitico concerto trasmesso in mondovisione dalle Hawaii. Se questo ci porta a supporre che a distanza di un mese Elvis avesse ancora la testa rivolta a Honolulu, d'altra parte tutte queste conferme potrebbero rivelare la bontà delle sue scelte al momento di preparare la set list dell'Aloha, non fosse che mancano all'appello proprio quei brani che avevano contribuito a rendere unico l'evento. Parliamo di Burning Love, Something, My Way, I'm So Lonesome I Could Cry, It's Over, Welcome To My World e I'll Remember You, senza dimenticare il medley Long Tall Sally / Whole Lotta Shakin' Goin'On e A Big Hunk O' Love. Insomma, Elvis si rilassa a Las Vegas dopo i fasti hawaiani, sebbene quella stagione si rivelò assai problematica in virtù di vari problemi di salute, di uno stato mentale tendente al pessimismo più cupo e, non ultimo, di un consumo di farmaci sempre più allarmante.
Comunque, partendo da quanto ci ha proposto la Audionics (vale a dire un buon concerto) vorrei spezzare una lancia a favore delle prestazioni del nostro all'Hilton. Sono in molti a ritenere che l'Aloha From Hawaii avrebbe dovuto preludere a un tour mondiale in grado di stimolare Elvis allontanandolo dalle cattive abitudini, ma bisogna capire che se hai dei grossi problemi personali (nel suo caso la separazione da Priscilla produsse gli effetti peggiori proprio durante la fase post Aloha) te li porti dietro anche girando il mondo e la storia del rock è piena di mega tour che è gentile definire disastrosi sul piano personale. Detto ciò, occorre altresì considerare che tutti i grandi nomi hanno prima o poi manifestato l'esigenza di esibirsi in piccoli impianti, a stretto contatto con il pubblico. Nel doppio album dal vivo Love You Live (1977) dei Rolling Stones, un intero lato è consacrato alla loro esibizione nel club El Mocambo di Toronto, in grado di contenere poche centinaia di spettatori. Si tratta solo di un piccolo esempio che però evidenzia la necessità di una comfort zone. Ci piaccia o meno, nel caso di Elvis Presley questo spazio fu riconducibile a Las Vegas e Lake Tahoe. Del resto, per me i migliori concerti di Elvis sono quelli che lui tenne sul palco dell'International Hotel nell'agosto del 1970.
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