That's The Way It Is: Elvis e il sentimento che muove il mondo

Al netto delle numerose compilazioni emesse nel 1970, Elvis inaugurò il nuovo decennio con due splendidi album: On Stage - February 1970 e Elvis - That's The Way It Is, caratterizzati entrambi da copertine in bianco e nero che lo immortalavano su un palcoscenico. Pur mostrando un artista contemporaneo, tali copertine - unitamente a quella del doppio LP From Memphis to Vegas / From Vegas to Memphis del 1969 - stabilivano un punto di contatto con il passato, facendo tornare alla mente lo storico album Elvis Presley del 1956. Dunque, il bianco e nero si rivelò quanto mai utile per presentare un cantante nell'atto di trasformarsi in un entertainer di lusso che, tuttavia, trovandosi così meravigliosamente a proprio agio in una sala da concerto continuava ad avere molto in comune con il rocker degli esordi.

Elvis - That's The Way It Is è un 33 giri semplicemente perfetto. Un album sull'amore che arrivato prima della fine del suo matrimonio permette ad Elvis un'analisi più distaccata, anche se il vinile è discretamente fornito di indizi, come quelli sparsi da I've Lost You. Purtroppo, dopo il 1972 Elvis non riuscirà a tornare sull'argomento prescindendo da una pesante sensazione di sconfitta, che lo porterà ad incidere tanti altri brani certamente bellissimi, ma privi di uscite di sicurezza per eventuali rinascite sentimentali.

Proprio in virtù di questo distacco emotivo, di questo cantare l'amore in termini universali piuttosto che personali, i brani di Elvis - That's The Way It Is a torto considerati minori, o almeno non allo stesso livello degli altri - parliamo di The Next Step is Love, Strangers in the Crowd e in particolare di Patch It Up - sono quanto mai utili per sviluppare e portare avanti nel miglior modo possibile quello che dopotutto è il tema alla base del disco: il sentimento che muove il mondo raccontato da Elvis Presley.

Foto di Roberto Paglia