Elvis e l'indubbio fascino di G.I. Blues

Un riascolto di G.I. Blues, che da un po' non facevo girare dall'inizio alla fine, mi ha fatto ricordare che con l'eccezione di Loving You e King Creole (entrambi emessi negli anni '50) questo è senza dubbio l'album contenente la colonna sonora di un film di Elvis Presley che mi piace di più. Certo, al momento di incidere il materiale scelto per la soundtrack Elvis si trovò ad interpretare brani piuttosto leggeri, anche distanti dal suo modo di intendere la musica, ma fece ugualmente un ottimo lavoro, realizzando un 33 giri non solo omogeneo e gradevole, ma anche premiato da vendite che per l'epoca si rivelarono stratosferiche sulle due sponde dell'Atlantico.

In realtà, pur mostrando un artista che inizia a muoversi in altre direzioni, G.I. Blues rivela un approccio immediatamente riconducibile ai fifties. Ad evidenziarlo sono in particolar modo i pezzi ritmati, che in questa colonna sonora rappresentano la parte maggioritaria. La verve tipica del primo Elvis accende facilmente brani come Shoppin' Around e la stessa title-track, ma a collegare idealmente i due decenni concorrono essenzialmente un rifacimento di Blue Suede Shoes, super classico edulcorato dalle leggi cinematografiche ma certo non privo di fascino e, naturalmente, Frankfort Special. Ecco, qui l'omaggio al periodo targato Sun Records sembra palese, in quanto l'introduzione strumentale rimanda inequivocabilmente a Mystery Train, mentre entrambi i testi dei brani raccontano di un treno. Certo, i tempi sono cambiati... Nel 1955 Elvis cantava "quel lungo treno nero ha preso la mia piccola e se n'è andato", cinque anni dopo c'è soltanto voglia di divertirsi: "corri treno, prendi il comando, signorine irrequiete alla stazione sono pronte per festeggiare". Potenza di Hollywood

Insomma, Elvis guarda ai suoi trascorsi di rocker mentre sembra soppesare l'eventualità di trasformarsi definitivamente in un attore di grande successo. In effetti le cose andranno proprio in questo modo, un ultimo sguardo prima di passare ad altro. Osservando Elvis sulla copertina di G.I. Blues si ha proprio questa impressione. 


Foto di Roberto Paglia

Commenti

  1. La considerazione relativa allo sguardo nella foto in copertina è davvero calzante!

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