Elvis ai tempi del Moody Blue italiano

Come ho avuto modo di scrivere in altre occasioni, il mio secondo album di Elvis fu From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee. Ero un bambino e mi affidai a mia madre, che rimase talmente colpita dallo scatto in copertina da esclamare "prendiamo questo!". Quando lo ascoltammo per la prima volta, lei scoprì che Hurt altro non era che A chi e se ne innamorò all'istante. Invece mia sorella, più grande di me di due anni, non apprezzò il LP, che a suo modo di intendere le cose era troppo distante dal rock 'n' roll e dall'idea che si era fatta di Elvis. Ancora oggi rivivo la scena... Vedo lei che guarda perplessa il disco che gira e la sento dire "sembra lirica". Le sue parole mi ferirono profondamente, non sopportavo che si mancasse di rispetto al mio idolo e di conseguenza presi ad ascoltare il Boulevard quando ero solo in casa, oppure a basso volume per non innescare altri commenti negativi. 

In virtù di questa esperienza, il nostro terzo acquisto elvisiano fu una compilazione dall'eloquente titolo Rock 'n' Roll. Ricordo che lo scelsi personalmente. Tra le altre cose, pensai che con questo disco avrei messo fine alle lamentele di mia sorella una volta per tutte. Così fu, in effetti, perché quando arrivò Blue Suede Shoes lei impazzì letteralmente. Passarono un paio di mesi e sul finire di novembre del 1977, forse si era ai primi di dicembre, fu il turno del 33 giri Moody Blue, che all'epoca era a tutti gli effetti l'ultimo album di Elvis Presley, essendo uscito da poco. Solita scena: tornammo a casa, ci sedemmo sul divano e iniziammo ad ascoltare. Partì Unchained Melody e dopo circa un minuto pensai "oddio, questa è come Hurt e le altre di Boulevard, adesso ricomincia con la storia della lirica...". A me quel pezzo piaceva ed ero pronto ad argomentare con tutte le mie forze per difendere Elvis, invece accadde qualcosa che non avevo minimamente previsto. Guardai mia sorella. Sembrava in trance, con gli occhi fissi nel vuoto e la bocca semiaperta. Quando la canzone volse al termine, in un crescendo travolgente, sussurrò "questa è stupenda"... Bene, il mio eroe aveva messo le cose a posto. 

Foto di Roberto Paglia. La mia prima copia di Moody Blue.     


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