Il cognome che si porta

Quando uscì To Whom It May Concern (2003), il primo album di Lisa Marie Presley lo acquistai a scatola chiusa, ma poi mi limitai ad ascoltare il primo minuto circa di ogni canzone in esso contenuta, trovandolo nel complesso un disco poco in linea con i miei gusti personali. In seguito ci tornai sopra un paio di volte, ascoltandolo dall'inizio alla fine, ma il mio giudizio non cambiò più di tanto.

Va detto che To Whom It May Concern non è un brutto album, tutt'altro. La produzione è curata, le canzoni (di Lisa tutti i testi e parte delle musiche) ben costruite e la voce piuttosto interessante. A conti fatti un buon album pop / rock condito con un pizzico di country perfetto per il mercato americano, ma per quanto mi riguarda non particolarmente originale. Non saprei dire se senza quel Presley in copertina sarebbe arrivato al 5° posto della classifica statunitense. Probabilmente, anzi sicuramente no, ma poco importa.

Quando Lisa Marie decise di fare musica, lo fece in qualità di autrice e interprete dotata di un certo talento, realizzando qualcosa che non riconduceva necessariamente al cognome che le appartiene e ai tratti del suo viso, che tanto ricordano qualcuno. Più di tanto non poté, perché per il mondo Presley sta a Elvis e lei sarà per sempre "la figlia di", ma con To Whom It May Concern provò davvero a farsi ascoltare, amare oppure odiare sulla base di quanto proponeva. Peccato che i suoi sforzi si rivelarono inutili. Quante volte, negli ultimi 20 anni mi sono imbattuto in frasi ingenerose e fuori luogo tipo "niente a che vedere con il padre"? Ma dai.

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