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Elvis ai tempi del Moody Blue italiano

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Come ho avuto modo di scrivere in altre occasioni, il mio secondo album di Elvis  fu From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee . Ero un bambino e mi affidai a mia madre, che rimase talmente colpita dallo scatto in copertina da esclamare "prendiamo questo!". Quando lo ascoltammo per la prima volta, lei scoprì che Hurt  altro non era che A chi  e se ne innamorò all'istante. Invece mia sorella, più grande di me di due anni, non apprezzò il LP, che a suo modo di intendere le cose era troppo distante dal rock 'n' roll  e dall'idea che si era fatta di Elvis. Ancora oggi rivivo la scena... Vedo lei che guarda perplessa il disco che gira e la sento dire "sembra lirica". Le sue parole mi ferirono profondamente, non sopportavo che si mancasse di rispetto al mio idolo e di conseguenza presi ad ascoltare il Boulevard  quando ero solo in casa, oppure a basso volume per non innescare altri commenti negativi.  In virtù di questa esperienza, il nostro terzo a

I regali di una volta: A Legendary Performer - Elvis, Volume 3

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Nel 1978 il mio regalo di Natale  fu questo. Immaginavo si trattasse di un disco, la forma del pacchetto infiocchettato me lo lasciava intuire facilmente, tuttavia un paio di giorni prima del 25 dicembre  mio cugino mi fece venire qualche dubbio... Ricordo che prendendomi da parte mi sussurrò all'orecchio con fare cospiratorio "non posso dirti cos'è, ti dico solo che è doppio e che costa 12000 lire...". Doppio? Elvis in Concert  mi era stato regalato l'anno precedente, così come Elvis' 40 Greatest  (quello con i vinili rosa) era arrivato a casa da circa un mese, altri album doppi da aggiungere alla mia collezione proprio non mi risultavano. Il resto è storia. Quando mi trovai davanti A Legendary Performer - Elvis, Volume 3  rimasi letteralmente a bocca aperta. D'accordo, i dischi rosa erano stupendi, ma l'immagine di Elvis  su un disco... Non avevo mai visto una cosa del genere e riuscii a dire soltanto "ma è finto o funziona?". Lo feci girar

Il 20 aprile 1970 usciva il singolo "The Wonder of You"

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La copertina di questo singolo - uscito il 20 aprile 1970, quindi cinquantadue anni fa giusto oggi - mi ha sempre incuriosito, perché ci mostra un Elvis  riconducibile agli anni '60  proprio nel momento in cui lui era tornato ad esibirsi dal vivo e il suo aspetto era profondamente cambiato. Quasi a voler separare i due decenni, non soltanto musicalmente, la copertina del successivo 45 giri   I've Lost You  (luglio 1970) non mostrerà Elvis, che invece tornerà su quella di You Don't Have to Say You Love Me  in ottobre, con uno scatto più al passo coi tempi. Comunque, indipendentemente dalla veste grafica, The Wonder of You  entrò nella Top 10 americana , spingendosi fino al 1° posto in Gran Bretagna . Successo ampiamente meritato, una grande interpretazione che emoziona ancora oggi. Foto: Roberto Paglia

Il cognome che si porta

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Quando uscì To Whom It May Concern  (2003), il primo album di Lisa Marie Presley  lo acquistai a scatola chiusa, ma poi mi limitai ad ascoltare il primo minuto circa di ogni canzone in esso contenuta, trovandolo nel complesso un disco poco in linea con i miei gusti personali. In seguito ci tornai sopra un paio di volte, ascoltandolo dall'inizio alla fine, ma il mio giudizio non cambiò più di tanto. Va detto che To Whom It May Concern  non è un brutto album, tutt'altro. La produzione è curata, le canzoni (di Lisa tutti i testi e parte delle musiche) ben costruite e la voce piuttosto interessante. A conti fatti un buon album pop / rock  condito con un pizzico di country  perfetto per il mercato americano, ma per quanto mi riguarda non particolarmente originale. Non saprei dire se senza quel Presley  in copertina sarebbe arrivato al 5° posto della classifica statunitense. Probabilmente, anzi sicuramente no, ma poco importa. Quando Lisa Marie  decise di fare musica, lo fece in qual

Pezzi sparsi

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A partire dal minuto 2:30 circa di Pieces of My Life ,  uno dei pezzi degli anni '70 che amo di più, l'atmosfera si fa decisamente, anzi ulteriormente tesa. Da lì in avanti, fino allo sfumare del brano, Elvis  traccia un bilancio della sua vita che è riassuntivo quanto efficace. Lo fa snocciolando, in rapida successione, una serie di considerazioni tanto amare da far venire i brividi. Ecco, in quegli istanti dilatati dal rimpianto non sembra neanche un cantante. Piuttosto, come i versi di Pieces of My Life  suggeriscono, dà l'impressione di fissare i giochi di luce sul bicchiere che ha davanti, in un bar che vale l'altro, mentre intorno a lui tutti fissano a bocca aperta la grande star che parla da sola.  Che abbia affrontato il testo da performer  o se lo sia sentito addosso come una seconda pelle non fa molta differenza, l'effetto sull'ascoltatore è sconvolgente. E allora viene da chiedersi se la sua intenzione non fosse proprio quella di condividere lo stato

25 anni fa usciva il cd An Afternoon in the Garden

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Il 25 marzo 1997, esattamente venticinque anni fa, usciva un cd molto amato dagli appassionati di Elvis: An Afternoon in the Garden . Il dischetto, conteneva, in ottima qualità audio, la tanto agognata registrazione del concerto pomeridiano al Madison Square Garden  del 10 giugno 1972, che per un quarto di secolo i discografici avevano evitato accuratamente di pubblicare in forma completa, prendendosi comunque la briga di attingere da essa. Al marzo del '97, infatti, tre brani provenienti dallo show erano già stati inseriti in un paio di compilazioni: I Can't Stop Loving You in Welcome To My World (1977),  Reconsider Baby e I'll Remember You in A Legendary Performer - Elvis, Volume 4 (1983). Bellissimo concerto, probabilmente il migliore dei quattro tenuti al MSG di New York nel 1972 e artwork  di notevole impatto, per un'emissione che all'epoca fece la gioia dei fan di Elvis .    Introduction: Also Sprach Zarathustra / That’s All Right (Mama) / Proud Mary / Never B

61 anni fa Elvis incideva l'album Blue Hawaii

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Elvis  fece appena in tempo a registrare l'album Something For Everybody  a Nashville , tra il 12 e il 13 marzo 1961, che otto giorni dopo, precisamente il 21 marzo, era già ai Radio recorders di Hollywood  per incidere la colonna sonora di Blue Hawaii . Le session  si conclusero due giorni più tardi e fruttarono le quattordici canzoni destinate all'album dedicato più Steppin' Out of Line , non inclusa nel film e recuperata in Pot Luck  nel 1962.  Che dire di Blue Hawaii ? Questo 33 giri a me è sempre piaciuto molto e seppur brevemente ho voluto tenere traccia di questo anniversario sul blog, mostrando  l'edizione americana del long play . Un album decisamente ispirato, solare e divertente che mantiene una sorprendente freschezza di fondo anche a sessant'anni dalla sua emissione. Oltre che di Can't Help Falling in Love  - semplicemente immortale e irrinunciabile - negli anni '70  Elvis si ricordò anche di Hawaiian Wedding Song (che cantò anche la sera del 21