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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

Elvis per gli innamorati

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Credo che quella di non apprezzare le compilazioni di Elvis Presley  contenenti materiale eterogeneo, ovvero proveniente indistintamente da tutte le sue fasi artistiche  sia una fissazione solo mia. Non credo di aver mai sentito un altro appassionato lamentarsi dello stesso problema, ma in fondo poco importa, ognuno ascolta ciò che vuole. Per quanto mi riguarda A Valentine Gift For You  non sfugge alla regola, anche se presenta tredici canzoni estrapolate da due sole decadi presleiane, con gli anni '70  completamente ignorati. Anche così, però, passare da I Was The One  a Tomorrow is a Long Time  mi crea qualche scompenso. Non posso farci niente. Pignoleria a parte, se vogliamo chiamarla così, A Valentine Gift For You  venne fuori piuttosto bene, anche perché presentava pezzi remissati per l'occasione. Personalmente, avessi avuto la possibilità di realizzare la track list  di un album dedicato alla festa degli innamorati  e dovendomi limitare agli anni cinquanta e sessanta

Una bella edizione italiana del singolo "She's Not You"

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Ci sono canzoni di Elvis Presley  che mi rendono malinconico. Credo che ciò sia dovuto alla particolare melodia che le caratterizza, a quel misto di spensieratezza e ingenuità che le rende simili a piccole macchine del tempo che mi portano indietro, in direzione di un'epoca probabilmente migliore di quella attuale. Ne cito tre in particolare, tutte risalenti ai primi anni '60 : Follow That Dream , Please Don't Drag That String Around e She's Not You . Di quest'ultima ho parlato alcuni giorni fa, quando ho presentato il 45 giri italiano She's Not You / Just Tell Her Jim Said Hello emesso nel novembre del 1962 . In questo post mostro una variante dello stesso singolo, con copertina SFE (acronimo di Something For Everybody, in quanto lo stesso scatto venne utilizzato per l'album del 1961). Si tratta di una bella stampa italiana, diversa dalla precedente che era speculare a quella statunitense. In She's Not You , come del resto in Just Tell Her Jim Said

Le canzoni di Love me Tender

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Prima dell'arrivo di Elvis Presley , Love Me Tender  si chiamava The Reno Brothers  ed era un western  senza infamia e senza lode. In realtà restò tale anche dopo, ma venne salvato dall'oblio e consegnato alla storia proprio dall'ultimo arrivato. Al giovane re del rock 'n' roll  le cose sarebbero andate meglio già a partire da Loving You  (1957) ma per l'esordio sul grande schermo  fu effettivamente inserito in una produzione già avviata, nel tentativo di capitalizzare velocemente sulla strada di Hollywood  la Elvismania  esplosa qualche mese prima. Il recupero della vecchia Aura Lee , canzone risalente alla Guerra di Secessione  si rivelò una mossa azzeccata, perché trasformata in Love Me Tender  fornì il nuovo titolo alla pellicola diretta da Robert D. Webb . Questa e le altre tre canzoni composte per la colonna sonora  furono accreditate a Elvis Presley  e Vera Matson , ma a scrivere quanto fu poi inciso ad Hollywood , negli studi della 20th Century Fox  

Il volto italiano di She's Not You

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Sette delle dodici canzoni presenti nell'album Pot Luck  furono incise a Nashville  il 18 e 19 marzo del 1962 . Durante queste produttive sessions Elvis  registrò altri quattro brani: una nuova versione di Night Rider , poi scartata, You'll Be Gone , rimasta inedita fino al 1965 , She's Not You  e Just Tell Her Jim Said Hello . Questi ultimi due andarono a comporre il secondo singolo del 1962 , emesso negli Stati Uniti  in piena estate, a qualche mese di distanza dal precedente Good Luck Charm / Anything That's Part Of You , che aveva raggiunto la vetta della classifica. A She's Not You  l'impresa riuscì nel Regno Unito  ma non in terra americana, dove il 45 giri  si assicurò una pur sempre ragguardevole quinta posizione. Per quanto riguarda Just Tell Her Jim Said Hello  contribuì alle vendite, seppur modestamente, con il suo 55° posto e  le cinque settimane di permanenza in classifica. In Italia  il singolo fu pubblicato a novembre con copertina conforme a

Il Frankie and Johnny della Pickwick Records

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In una ipotetica competizione tesa a determinare l'album più strampalato tra tutti quelli realizzati da Elvis Presley , questo disco potrebbe tranquillamente aggiudicarsi il primo posto, o almeno salire sul podio. Pubblicato sul finire del 1976 , più o meno nello stesso periodo in cui il singolo Moody Blue / She Thinks I Still Care  tentava di farsi strada in classifica (avrebbe raggiunto la trentunesima posizione della Hot 100) questo Frankie and Johnny  targato Pickwick Records  è in effetti molto lontano dal rappresentare una fedele riedizione della colonna sonora  che porta lo stesso titolo. Partendo dal presupposto che un disco in linea economica deve pur sempre mostrare il rovescio della medaglia agli acquirenti, Chesay , Look Out Broadway  e Everybody Come Aboard furono tagliate fuori dal progetto, mentre i restanti nove brani finirono sul vinile in una sequenza che differiva da quella originale. Come se non bastasse, sul fronte della copertina campeggiava la stessa im

Sentimento e qualità: L'extended play "Elvis, Volume II"

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Pubblicato nell'ottobre del 1956 , Elvis, Volume II  è il secondo extended play  estratto dall'album Elvis , dal quale mutua anche la bellissima copertina. Sul primo lato del vinile trovano posto So Glad You're Mine , una composizione di Arthur 'Big Boy' Crudup  da lui incisa nel 1946  e Old Shep , lo struggente brano di Red Foley  e Willis Arthur  che Elvis aveva cantato sul palco del Mississippi - Alabama Fair and Dairy Show di Tupelo  nel 1945 , vincendo il secondo premio. Il lato 2 è inaugurato da una frenetica resa di Ready Teddy , il classico di Little Richard  e chiuso dalla stupenda Anyplace is Paradise  di Joe Thomas . Che dire, un extended play di grande qualità. Ho ripensato a Old Shep  la scorsa estate, quando la mia adorata cagnolina se ne è andata dopo quattordici anni passati insieme. Amo profondamente i cani e i versi finali della canzone ( ma se i cani hanno un paradiso, sono sicuro di una cosa, il vecchio Shep ha una casa meravigliosa... ) mi c

Gli album di Elvis Presley nella Top 100 americana (1956 / 77)

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In questo quarto post della serie passiamo in rassegna i 33 giri di Elvis Presley  che si piazzarono tra il 41° e il 100° posto della classifica statunitense . Per avere un quadro completo della situazione basta dare un'occhiata ai precedenti articoli, dei quali trovate i link in fondo a questo post. Inutile dire che anche tra i venti album che vado ad elencare ce ne sono alcuni che avrebbero meritato migliore sorte. Che dire del novantesimo posto di Good Times ? E del settantanovesimo di He Touched Me ? I dischi in questione ci ricordano che indipendentemente dalle ottime canzoni che contengono, le scelte dei discografici di allora non furono sempre azzeccate. Ma è acqua passata, noi possiamo soltanto vedere come andarono le cose tanto tempo fa. Buona lettura e grazie per l'attenzione. ( 41° ) - From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee  (1976) Nel 1976  venne dato alle stampe l'album più cupo che Elvis Presley  mai realizzato. Certo, le canzoni incise nella

Elvis e il medley messicano

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Brutto affare il collezionismo , soprattutto in tempi di crisi , durante i quali si dovrebbe cercare di limitare le spese superflue. Parlando di tagli, del cd The Elvis Medley  si potrebbe fare tranquillamente a meno, non fosse che questa edizione del vecchio 33 giri  targato RCA  è l'unica disponibile a livello ufficiale. Per chi, come me, è da sempre alle prese con la discografia base di Elvis Presley  questo è un motivo più che valido per mettere mano al portafoglio. Che poi questa stampa messicana  non sia particolarmente attraente è un dato di poco conto, perché dopo tanti anni passati a collezionare si tende a prescindere da contenuto musicale e confezionamento. Purtroppo, dovrei aggiungere. Tornando al 1982 , anno in cui questa raccolta arrivò nei negozi di dischi, c'è da dire che il medley, comprensivo di Jailhouse Rock , (Let me be Your) Teddy Bear , Hound Dog , Don't Be Cruel , Burning Love  e Suspicious Minds  non venne fuori bene. I pezzi scelti erano ovviam

C'era una volta L'idolo di Acapulco

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Nel luglio del 1978 , poco prima del mio dodicesimo compleanno, potevo già definirmi un fan di Elvis Presley  discretamente attrezzato. All'album Solid Gold , acquistato l'autunno precedente, se ne erano infatti aggiunti altri e stavo ormai familiarizzando con il repertorio del mio cantante preferito . Avevo anche preso a setacciare tutti i giornali che mi capitavano a tiro alla ricerca di servizi dedicati a Elvis , e bisogna dire che in quel periodo il re del rock 'n' roll  appariva di frequente su quotidiani e settimanali . Ripensandoci oggi, spesso le notizie che lo riguardavano erano prive di fondamento e da bambino non ero così bravo a discernere la verità dalle invenzioni, eppure già all'epoca ce la mettevo tutta per mantenere integro il mio personalissimo punto di vista. Quello che mi mancava realmente era vedere il mio eroe in azione , magari in uno dei suoi numerosi film, che proprio a causa di un articolo senza capo né coda letto da qualche parte ero con

Tornare indietro e ripartire: L'extended play "Such A Night"

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Scritta da Lincoln Chase , Such A Night  fu incisa da Clyde Mc Phatter and The Drifters sul finire del 1953 e pubblicata all'inizio dell'anno successivo. Nello stesso 1954 fu registrata anche da Johnny Ray , che ebbe problemi con la censura a causa del testo della canzone, decisamente allusivo. A pensarci bene anche la magnifica versione di Elvis Presley  lascia poco all'immaginazione, ma si era ormai nel 1960 e non si verificarono problemi. Comunque, questa spettacolare performance non solo contribuì a rendere l'album Elvis is Back  il capolavoro che si sarebbe rivelato, ma conquistò senza sforzo il cuore di milioni di appassionati. Ancora oggi è uno dei pezzi più amati di Elvis , uno dei tanti fiori all'occhiello di una carriera irripetibile. Questo extended play tedesco raccoglie quattro brani dell'appena citato album ed è caratterizzato da una copertina molto bella, sulla quale il giovane cantante, ancora militare, sembra guardare con gioia l'altra s